Scaviamo Più A Fondo

Scaviamo Più A Fondo 📷 Uno spazio d'opinione apartitica concepito come strumento di analisi critica del sociale e della p
(2)

Grazie direttore Gaetano Borrelli per questa interessante iniziativa.Interessiamoci di uno dei beni fondamentali per la ...
08/05/2023

Grazie direttore Gaetano Borrelli per questa interessante iniziativa.

Interessiamoci di uno dei beni fondamentali per la nostra esistenza: l'acqua.

Sabato 20 maggio 2023
Scuola Rodino', Ercolano

Il prossimo numero sarà tutto a sfondo  Seguici per le novità
11/10/2022

Il prossimo numero sarà tutto a sfondo
Seguici per le novità

Ci siamo: il numero estivo di "SCAVIAMO piú a fondo" è in distribuzione.Prenota la tua copia gratuita.Grazie a tutti que...
29/07/2022

Ci siamo: il numero estivo di "SCAVIAMO piú a fondo" è in distribuzione.

Prenota la tua copia gratuita.
Grazie a tutti quelli che hanno collaborato con la Redazione.

🟣 La tradizione culinaria del   ercolanese.🍫 "La Melanzana al Cioccolato"🍆Nel Meridione, e in particolare qui ad Ercolan...
21/08/2021

🟣 La tradizione culinaria del ercolanese.
🍫 "La Melanzana al Cioccolato"🍆
Nel Meridione, e in particolare qui ad Ercolano, c'è l'usanza nel giorno di Ferragosto, mentre la città celebra la sua festività patronale dell'Assunta, di preparare le cosiddette melanzane al cioccolato.
Una ricetta semplice che si è tramandata da madre in figlia, un po' come la famosa pastiera napoletana a Pasqua; come da tradizione popolare, la sera della vigilia dell'Assunta il 14 Agosto, non potendo acquistare dolci per la povertà che ha regnato nel nostro paese, si preparavano le melanzane che in questo periodo dell'anno sono abbondanti nell'orto. Tutto sarebbe stato pronto in modo che nella mattinata del 15 Agosto si poteva seguire la così detta "Diana di fuochi d'artificio" che partiva dal comune di Ercolano per arrivare a Pugliano. La ricetta è semplice e, per chi volesse provarci, è riportata in basso; oppure, per comodità, la si può trovare in alcune pasticcerie in città.
Ingredienti :
– 500 gr di melanzane
– 25 gr di cacao amaro
– 70 gr di zucchero
– 220 ml di latte
– 100 gr di cioccolato fondente
– farina
– olio di semi
📌 PREPARAZIONE
Lavare le melanzane, tagliarle a fette longitudinali e passarle nella farina. Cuocere le melanzane in olio bollente in modo da renderle dorate da entrambi i lati e metterle in un piatto con un foglio assorbente. Preparare la crema al cioccolato mettendo in un pentolino zucchero, cacao e latte, aggiungendo il cioccolato quando arriverà ad ebollizione e lasciar raffreddare. Mettere in una pirofila uno strato di cioccolato, adagiare le fette di melanzane e coprire con il cioccolato, ripetere con gli strati fino ad ultimare tutti gli ingredienti coprendo l’ultimo strato con il solo cioccolato. Mettere in frigorifero e servire freddo.

🟠  Il 15 Agosto ErcolaneseIl Mese di Agosto, il più caldo dell'Anno rappresenta da secoli un momento di fede, di devozio...
13/08/2021

🟠 Il 15 Agosto Ercolanese
Il Mese di Agosto, il più caldo dell'Anno rappresenta da secoli un momento di fede, di devozione, e tradizione per la città degli Scavi.
Il 15 Agosto giorno in cui la chiesa cattolica celebra l'Assunzione al cielo della Vergine Maria, Ercolano celebra la sua Festa Patronale.
Una festa di valore civile e religioso, religioso per la venerazione mai sopita alla Bruna Madonna di Pugliano che si venera sull'altare Maggiore della Basilica Pontificia di Santa Maria a Pugliano, immagine di origine trecentesca che secondo un'antica tradizione fu ritrovata nelle reti a mare da alcuni pescatori ercolanesi, fu incoronata il 13 Agosto 1875, per essere rincoronata dopo cent'anni sempre con una nuova corona sul suo capo e quello del Bambino.
Ad essa è legata la storica data del 14 Agosto 1699 quando Ercolano, Torre del Greco, Portici, San Giorgio a Cremano, si liberarono dalla servitù baronale, il così detto " Riscatto Baronale"; gli Ercolanesi di allora vollero che tale evento si celebrasse propio alla Vigilia della loro Festa Patronale, il 15 Agosto.
Da allora la festa del 15 agosto ha assunto un doppio valore civile e religioso.
La festa religiosa è partita venerdì 06 Agosto con il Solenne Novenario e con le celebrazioni dalle 06:00 presiedute a turno dai vari parroci di Ercolano, non potendo ancora riprendere lo storico pellegrinaggio mattutino dagli scavi alla basilica a causa dell'attuale pandemia. A sera ci sarà anche un'altra Solenne Celebrazione Eucaristica alle 19:00 presieduta dai sacerdoti ercolanesi che svolgono il loro ministero nella Diocesi di Napoli. Si concluderà la giornata con un momento di preghiera mariano alle 20:15 presieduta dai Diaconi Permanenti di Ercolano ed altri sacerdoti.
Molti sono gli ospiti attesi durante questi giorni che precederanno il ferragosto ercolanese, come sua Sua Eccellenza Mons. Domenico Battaglia Vescovo di Napoli, che per la prima volta varcherà le soglie della Basilica il 13 Agosto sera per la Celebrazione Eucaristica delle ore 19:00.
Il 14 Agosto, Vigilia della Grande Festa celebrerà al mattino Mons. Antonio di Donna Vescovo di Acerra e nostro concittadino, oltre ai vescovi ausiliari. Nella giornata del 15 Agosto ci saranno le Solenni Celebrazioni Eucaristiche fin dalle prime ore del Mattino alle 06:00-07:30-09:00-10:30-12:00 infine quella 19:00 presieduta dal Nuovo Parroco di Santa Maria a Pugliano Don Aniello Gargiulo con la presenza della civica amministrazione.
Si concluderà la giornata con la preghiera mariana della "Buona Notte a Maria" alle 20:30 per poi proseguire in piazza con la calata del quadro della Madonna che brilla sulla vetta dello storico campanile.
Autore: Giovanni Ruggiero

🏖 La Redazione di   vi augura di trascorrere serene vacanze.Ci fermiamo per il mese di Agosto per ricaricarci, rifletter...
08/08/2021

🏖 La Redazione di vi augura di trascorrere serene vacanze.
Ci fermiamo per il mese di Agosto per ricaricarci, riflettere su quest’anno ricco di emozioni e per continuare ad immaginarci insieme a voi.
Grazie per la vostra voglia di leggerci e il vostro entusiasmo per le nostre iniziative.
Tenetevi pronti per Settembre…
Buona Estate da tutta la Redazione.

📖 L’ANGOLO DELLA LETTURA 📌 Titolo: PSICANALISI DI UN UOMO QUALUNQUE di Daniela Iodice. L'uomo non può vivere senza amore...
06/08/2021

📖 L’ANGOLO DELLA LETTURA
📌 Titolo: PSICANALISI DI UN UOMO QUALUNQUE
di Daniela Iodice.
L'uomo non può vivere senza amore. Tutto ruota intorno a questo.
Così esordisce l'autrice per aprire un'attenta discussione sul bisogno dell'uomo di vivere d'amo- re. Non a caso ho scelto la parola dialogo perché, leggendo questo libro, vi sembrerà di farlo in compagnia; ancora di più, sembrerà di ascoltare voi stessi mentre raccontate di voi ad un amico di vecchia data che non potrebbe mai giudicarvi. Il rapporto è intimo: ci si sente nudi di fronte alla scoperta di se stessi. Scoprirsi nel processo di consapevolezza è un viaggio anche faticoso. La sofferenza di ritrovarsi fragili, capaci di pulsioni e di sbagli, mette alla prova il proprio ego che, spesso, scappa da questi appuntamenti con la realtà.
Il percorso è articolato in quattro sedute: il cinismo, l'omissione, la scelta e l'accettazione.
Un particolare accento viene posto sulla difficoltà eterna nella battaglia tra mente e cuore, gli alleati e nemici di sempre.
Un misto tra un sobrio pessimismo ed una brilla sorpresa quando si perde la connessione col mondo e si decide la strada da percorrere. Sia- mo il miglior medico di noi stessi quando osserviamo lucidamente i fatti della nostra vita.
Questo libro, senza lusinghe, è da divorare ed io l'ho fatto provando sulla mia pelle le stesse vibrazioni che mi hanno regalato capolavori come Il
Piccolo Principe e Notti Bianche. Non basta una lettura e non stanca la seconda, che regala sfumature diverse.
In fondo è questo un libro: trovarci delle risposte, per farsi altre domande.
- Ciro Marco Cipolletti

🏃‍♂️Dialogo tra due atleti 📌 La corsa fa pure ve**re il buon senso. Allora Antò come la vedi? Come ti senti da quando se...
05/08/2021

🏃‍♂️Dialogo tra due atleti
📌 La corsa fa pure ve**re il buon senso.
Allora Antò come la vedi? Come ti senti da quando sei entrato nel mondo podistico amatoriale? E nell’ultimo mese com’è andata?
Cià Michè, è andata tutto una meraviglia e seguendo la tua tabella teorico-pratica, ascoltando quello che mi diceva il corpo, sono stato pure frenato, quando l’esaltazione mi portava a strafare.
Antò questo si chiama buon senso e proprio in questo periodo di caldo afoso, ce n’è bisogno, e tanto! Dunque che si fa quando viviamo questo contesto di tempo caldo-umido?
Ne più e ne meno che ascoltare il corpo che non ti chiede altro di allenarlo lo stesso, ma cambiando un po’ la tipologia d’allenamento ed il periodo. Anche se le ore migliori sono dalla tarda mattinata, ora dobbiamo cercare di addormentarci un poco prima e svegliarci prestissimo (5-5,30), tenendo presente che dormivi 6 – 7 ore è ottimale, come riscaldamento facciamo un po’ di “SQUAT”, ci flettiamo sulle gambe, dieci volte con le braccia avanti e dieci volte con le braccia stese di lato, cercando di tenerle in contrazione, tenendo presente che con questo sistema sostituisci gli addominali e che 50 squat fanno perdere all’incirca 300 calorie.
All’inizio bastano 20, poi 30 e dopo un mese arrivare massimo a 50, dopo fare stretching di allungamento gambe e degli adduttori. Ti verrà più facile e meno faticosa la corsa, ma siccome fa caldo, le uscite le diminuiamo, arrivando massimo a 4 settimanali, i giorni dispari. Lunedì – mercoledì – venerdì e domenica.
Lunedì corsa lenta rigenerativa (come viene viene, non deve essere stancante) il mercoledì 10 km (adesso possiamo pure parlare di km, visto i tuoi miglioramenti), dove i primi 3 lentissimi, 4 medi (corsa a ritmo abbastanza piacevole, diciamo il ritmo della tua ora di corsa in cui hai fatto quasi 10 km) e gli ultimi 3 un poco più sostenuti se ce la fai. Il venerdì 1h di corsa lenta piacevole per corpo e mente e la domenica invece della gara 20’ di corsa lenta e 40’ di corsa progressiva, cioè correre in crescendo. Ovviamente senza tra- scurare gli esercizi di riscaldamento e stretching iniziali e stretching finali.
L’atleta evoluto in questo periodo fa solo “mantenimento”, il minimo per non perdere del tutto la brillantezza atletica. Anche lui di- minuisce le uscite, ma si allena più con le “ripetute”.
Le ripetute è un tipo di allenamento specifico che oltre al mantenimento aerobico, cioè la resistenza, fa aumentare la velocità, perché allena il cuore sotto sforzo, distribuendolo a velocità più elevate.
Allenamento anaerobico. In questo periodo in genere si fa questo tipo di allenamento, ci si limita ai 1000m ed ai 500 m, e si fanno più tracciati lineari e senza salite e discese, l’ideale sarebbe il campo sportivo dove è tutto misurato. Un 15’ – 20’ di riscaldamento e si parte, in genere bastano 5 x 1000 m intervallati da 2 – 3’ di riposo o riposo attivo (corsa rigenerativa in genere fa il maratoneta) o 10 x 4000 intervallati da 1,30 di riposo o riposo attivo.
Con 4 uscite settimanali possono essere effettuate benissimo il mercoledì ed il venerdì a scala- re, prima i 100 e poi 400, in modo che la domenica si è più freschi per il nostro miglioramento “progressivo”, e correre i nostri 10 km, terminando gli ultimi 3 – 4 un poco più spediti.
Antò ricordati che siamo a luglio e che fa molto caldo, quindi il nostro copro ha bisogno di reintegrare molto; mangiare molta frutta di stagione e, se necessario, qualche integratore specifico di potassio e magnesio, anche se, credo, per quello che facciamo, basti tanta acqua, un po’ di frutta in più e tanto, ma tanto buon senso.
Cià Anto Buona Estate 🏃‍♂️

🔵  I resinesi a Montevergine Nella prima decade di settembre le comitive di Resina, ora Ercolano, si riunivano all’alba ...
04/08/2021

🔵 I resinesi a Montevergine
Nella prima decade di settembre le comitive di Resina, ora Ercolano, si riunivano all’alba per recarsi al Santuario di Montevergine, sito sul monte Partenio, a 1100m di altezza, per la visita a “Mamma Schiavona”, l’antica immagine della Vergine Maria. Gli uomini indossavano maglioni scuri tutti uguali, le donne vesti sgargianti e gioielli platealmente vistosi. La visita era doverosa per i napoletani e i provinciali: si doveva raggiungere il santuario con ogni mezzo! Il popolino era disposto persino ad impegnare il proprio letto per portarsi a Montevergine, mentre le signore “perbene”, si racconta, pretendevano dai mariti l’obbligo della visita annuale con scrittura nel contratto matrimoniale! Con auto scoperte e addobbate con fiori di carta, con spari di mortaretti, si partiva al grido di: “statte allera anima mia, ca’ mo’ jamme a truvà Maria...”.
Venivano raggiunte le località irpine di Monteforte, Mercogliano, Ospedaletto e si affrontavano i duri tornanti della salita al santuario intonando i cori; in seguito venne costruita la funicolare.
Nella chiesa, davanti alla grande imma- gine della Madonna, alta 4 metri, saliva il coro: “che bell’uocchie tene ‘a Maronna, cà me parano ddoje stelle”.
La commozione era tanta e, spesso, si assisteva a scene scomposte di religiosità, con urla, svenimenti e richieste di miracoli, con malati che venivano trascinati all’altare.
Si lasciava il santuario con il coro: “a Montevergine
simme venute e quante grazie c’avimmo avute”. Anche le donne nubili cantavano: “si chist’anno sò stata sola, l’anno che vene porto ò figliuolo”, con l’augurio di tornare a far visita da sposate.
A Nola e in via Poggioreale sfilavano i Carri, per poi raggiungere i locali tipici per il pranzo: O parrucchiano a Sorrento, La casina rossa a Torre del Greco, Sandulillo a Scafati.
Si cantavano i tradizionali brani con tammorre, nacchere e tanta allegria.
Alla sera i gitanti tornavano a casa stremati, ma felici di aver trascorso una giornata memorabile.
- Luigi Cozzolino

🟢  AMBIENTE 📌  Che fine hanno fatto gli alberi di Ercolano? Nel giro di pochi anni sono praticamente scomparsi tutti gli...
03/08/2021

🟢 AMBIENTE
📌 Che fine hanno fatto gli alberi di Ercolano?
Nel giro di pochi anni sono praticamente scomparsi tutti gli alberi di Via Doglie e quelli più importanti della villa Comunale; ora sta iniziando la mattanza anche sulla Via Benedetto Cozzolino.
Fino a qualche hanno fa Via Doglie, era contornata da bellissimi pini che da un estremo all’altro la rendevano una piacevole passeggiata, anche la relativa chiesa e la scuola media “Iaccarino” erano contornate da splendi- de chiome che, nei caldi giorni estivi regalavano ossigeno, ombra e fresco.
Poi ci fu qualche esperto ovvero qualche mente distorta, che scoprì che gli alberi hanno anche le radici e che purtroppo le radici possono essere evidenti. Questo fu l’inizio della fine.
E’ normale infatti che dopo molti anni le radici possono affiorare anche in superficie e che in alcuni periodi dell’anno possono cadere le foglie.
Per chi comprende che i benefici
che apportano gli alberi hanno un peso molto superiore a quello di qualche inconveniente, lo accetta di buon grado. Invece ci furono alcuni solerti paladini dei diritti, che convinti di essere i padroni della natura e di tutti i suoi organismi, decisero che quegli alberi dovevano essere eliminati, perché avevano le radici che affioravano da terra, e quindi li condannarono all’estinzione. Non era importante che quegli alberi ci fornissero l’ossigeno per respirare e ombra sotto cui ripararsi nelle estati afose del riscaldamento globale.
Ecco che un po’ per volta i pini cominciarono a sparire, sotto la forza delle potenti motoseghe del settore verde pubblico di Ercolano. L’ufficio giardini, nel centro della città piantava qualche alberello di due metri, pagato a caro prezzo dalle casse Comunali, ma in periferia abbatteva quelli da venti metri, con l’avallo di molti, anzi troppi che accettavano (tanto gli alberi sono una cosa pubblica...).
Un altro “paladino” della cosa pubblica che come un camaleonte si presentava anche come difensore dell’ambiente, colse l’occasione al volo anche per supportare la sua campagna elettorale, tanto che nel suo
“curriculum” sotto la sua foto in bella mostra, dichiarava testualmente che “era merito suo l’avvenuto abbattimento dei pini in Via Doglie e via Villanova”
Ci rendiamo conto che in un contesto normale un tizio che si vanta di abbattere gli alberi, oltre a dover risarcire il danno che ha prodotto alla collettività, non dovrebbe avere nemmeno il voto della sua famiglia, invece da noi viene eletto con un grande numero di voti ed entra nel Consiglio Comunale dove può continuare il lavoro di difesa dell’ambiente.
E’ vero il detto che dice: “Ognuno ha il Governo che si merita!”
Alberto Alba
A.N.E.A. Associazione Nazionale e

🔵 La nostra bellezza 📌 Villa Consiglio La Villa Consiglio sorge sulla strada omonima e non lungo la Strada Regia delle C...
02/08/2021

🔵 La nostra bellezza
📌 Villa Consiglio
La Villa Consiglio sorge sulla strada omonima e non lungo la Strada Regia delle Calabrie dove troviamo la maggior parte delle Ville Vesuviane. Essa si trova nelle vicinanze del mare su un’area in cui era localizzato il casino del Renna, ed è risalente alla seconda metà del XVIII secolo ad opera di un architetto non ancora accertato.
La pianta, dalla caratteristica forma a doppia L e con un braccio che si prolunga lungo la strada, conserva ancora l’aspetto originario. La facciata ed il cortile sono stati trasformati poi nel secolo successivo. Il cortile, in origine rettangolare, si presenta ora in forma quadrata, al quale si accede attraverso un vano scala del vestibolo. Sul fondo di esso troviamo un triplice sistema ad archi dal quale si accede ad un’ampia terrazza che si affaccia sul paesaggio marino. Le decorazioni degli archi hanno subito in parte modifiche ottocentesche.
I materiali utilizzati rispecchiano la tipologia di quelli utilizzati in tutta l’area vesuviana. Troviamo, infatti, pietrame vesuviano e tufo per l’impianto strutturale; piperno per i balconi, il portale e i vari supporti; infine stucchi per quanto riguarda tutte le decorazioni. Il giardino annesso, secondo la cartografia antica, è andato completamente distrutto.
La villa di recente ha subito opera di consolidamento della facciata e dei solai nonché interventi di restauro architettonico. Nel complesso si è rispettato l’originario aspetto dell’edificio.

🔴 Abenante: una memoria della sinistra democratica del '900 Riportiamo la seconda parte della nostra intervista all’On. ...
28/07/2021

🔴 Abenante: una memoria della sinistra democratica del '900
Riportiamo la seconda parte della nostra intervista all’On. Angelo Abenante, pubblicata nel numero precedente: come annunciato nella prima parte, la nostra conversazione prosegue parlando della politica del PCI nel Mezogiorno, chiudendosi con una riflessione sull’eredità del Partito nel futuro della sinistra.
Onorevole, osservando il tessuto sociale di Napoli e del Mezzogiorno, è evidente la presenza, ieri come oggi, di un eleva- to tasso di disoccupazione; non crede che il partito sia restato troppo eccessivamente legato alla questione delle classi operaie e contadine, non riuscendo a raggiungere anche altri soggetti subalterni, invece legati ad altre forme di organizzazione, come quelle criminali e clientelari?
No, la storia del nostro partito fu molto diversa rispetto ad altri della sinistra europea, specialmente su queste questioni e specialmente al sud: il PCI al Sud e a Napoli ha fatto della battaglia contro la disoccupazione una sua bandiera. A Napoli e provincia le sezioni organizzavano mense popolari per i disoccupati e i più poveri; i compagni andavano a raccogliere la merce invenduta al mercato e consegnavano buste colme di cibo nelle case delle famiglie più bisognose; attraverso un’alleanza con Modena e Bologna abbiamo garantito famiglia, grazie ad operai e contadini di quelle città, agli orfani arroccati nelle zone popolari di Napoli, che altrimenti sarebbero stati divorati dalla malavita. Tra i nostri tentativi vi fu anche quello del dialogo con la borghesia imprenditoriale, con il fine di allargare l’interesse per un rinnovamento del Paese che passasse anche da una maggiore industrializzazione. Questo dialogo non era circoscritto solo a Napoli, ma si tentò in tutto il meridione, attraverso il progetto portato avanti dal Comitato di Unità Democratico per il Mezzogiorno.
Invece rispetto a uno dei fenomeni più dirompenti degli anni 50-60, proseguito anche nei decenni successivi, ci chiediamo: quali sono i fattori che hanno determinato in maniera così forte la speculazione edilizia avvenuta nel territorio Vesuviano?E, rispetto a questo fenomeno, all'interno del PCI in quegli anni si consumò un dibattito? In che modo si tentò di ostacolarlo?
Negli scritti di Luigi Cosenza si trovano tutte le risposte rispetto a questo fenomeno. Nel PCI napoletano la questione era considerata rilevante, e il nostro strumento di contestazione era la lotta, che purtroppo costò cara, o con la prigione o con la vita, a molti miei compagni di percorso.
On. Abenante, quest'anno il PCI compie 100 anni, quale dovrebbe essere la sua eredità oggi?
Che si riprenda il discorso sulla sinistra. Perché l’aspirazione a migliorare le proprie condizioni di vita non muore, non può farlo. Chi si dichiara di sinistra deve lottare per la fine della miseria, delle diseguaglianze, affinché gli uomini non soffrano più di condizioni precarie, di miseria, di fame.. Il partito comunista si presentò come un’organizzazione il cui intento era quello di lottare per una redistribuzione equa della ricchezza. Basterebbe questo per strutturare una nuova idea, innovatrice, di sinistra. Certamente, i prossimi saranno anni durissimi, le prossime generazioni avranno il peso di recuperare l’enorme debito accumulato durante la pandemia, la sinistra dovrà ragionare su come affrontare questi problemi senza calpesta- re i diritti e la dignità delle persone.

Carlo Cozzolino

🔵  GABRIELE COPPOLA, IL MEDICO DEI BAMBINI [ Intervista integrale   ] Mi chiamo Gabriele Coppola, sono nato ad Ercolano,...
26/07/2021

🔵 GABRIELE COPPOLA, IL MEDICO DEI BAMBINI
[ Intervista integrale ]
Mi chiamo Gabriele Coppola, sono nato ad Ercolano, in casa, una volta si nasceva in casa, in Via Fontana 26, il 01/01/1947.
Ho frequentato le scuole Elementari all’istituto Gemma dell’Aquila, la scuola media al Macedonio Melloni a Portici, Ginnasio e Liceo De Bottis in Torre del Greco. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1971 presso L’università Degli Studi di Napoli. Specializzazione in Pediatria nel 1974, specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva nel ‘77, specializzazione in Malattie Infettive nel 1982. Idoneità a Primario di Pediatria conseguita a Roma. Assistente di Pediatria presso gli ospedali Riuniti di Napoli, aiuto di Pediatria e successivamente corresponsabilità della Terapia sub intensiva neo natale fino al 2007, anno di pensionamento dall’ospedale ma non della professione.
Uno dei motivi che mi indussero a seguire pediatria è stato un detto del poeta latino Giovenale “maxima debetur puero reverentia”, massimo il rispetto dovuto al bambino. Un’altra motivazione: i neonati non parlano e quelli di seconda infanzia dicono la verità.
Laureato da poco di più di un mese e non avendo ancora conseguito l’esame di abilitazione all’esercizio professionale, mi recai all’ospedale Cardarelli, mi presentai al Direttore del reparto formulando la mia prima richiesta di voler diventare medico dei bambini. Ricordo precisamente la risposta: “da me nessuno ti caccia via”. Dopo la presentazione dei colleghi mi introdusse nel box lattanti dicendomi che per imparare dovevo partire dal basso. Ricordo ancora il pianto ininterrotto che accompagnò quel primo giorno di “scuola”. Piangevano tutti, chi per fame, chi per il pannolino, chi per dolore. Un po’ scoraggiato dopo una mattinata trascorsa in reparto mi chiedevo come fare a resistere.
Ebbene, sono passati 50 anni e quel pianto tuttora me lo porto addosso.
In ospedale avevo un ingrato compito, ero il referente per i malati malformati. L’anamnesi relativa ai genitori, ai consanguinei e tutto quanto poteva essere di ausilio per la diagnosi e future gravidanze, veniva catalogato ed inviato ad un registro regionale e nazionale. In tanti anni mi è capitato di vedere il ciclope, la sirenetta, il bifronte.
La conclusione è che la mitologia non raccontava favole ma la nostra storia evolutiva. Ricordo un turno di notte dalle 20 alle 8. Sembrava una notte tranquilla ma si accese la luce rossa ad intermittenza e suonò di continuo l’allarme. Mi precipitai in sala parto e non ci volle molto a formulare la diagnosi. Era nato un anencefalo, una malformazione congenita rara, incompatibile con la vita. Amministrai il Battesimo e restai in attesa dell’epilogo fatidico. Si era in epoca prece- dente l’avvento dell’ecografia e della diagnosi prenatale.
Oggi, non nascono più bambini con questo genere di patologie ma mi sovviene un detto latino Hic est locus ubi mors gaudet succurrere vitae; è questo il luogo dove la morte gode nel dare soccorso alla vita.
Dottore, lei ha dedicato la sua vita alla cura dei bambini, cosa rappresentano i bambini nella nostra società?
I bambini non sono clienti ma pazienti che necessitano di cura e assistenza anche se non tutti purtroppo riescono a guarire. Una cosa è guarire una cosa è curare. Il mio compito è quello di curare anche se di bambini leucemici ne ho avuti tanti e purtroppo non tutti ce la fanno. Questo però non significa che non siano curabili: curare è prendersi cura del bambino, assisterlo tanto da rendere grande il medico che si inchina a curare il bambino perché fin quando Dio farà nascerà un bambino significherà che non si è stancato dell’umanità.
Come ha visto mutare, nel corso dei tanti anni di professione, il clima in famiglia e la cura verso i bambini?
Prima si facevano più figli, a tutti veniva riconosciuta la stessa cura, le stesse attenzioni, mentre oggi si fa un solo figlio e si fa fatica ad accudirli come prima.
Questo è dovuto, in parte, al fatto che prima le donne non lavoravano e quindi potevano seguire meglio i bambini e durante le visite domiciliari si palesava una grande cura della casa, oggi, invece, a causa degli impegni lavorativi, ritrovi i bambini accuditi da babysitter. Oggi fortunatamente la donna lavora, è piena di impegni, c’è maggiore attenzione anche alla propria persona, alle proprie relazioni, e questo inevitabilmente comporta dei nuovi equilibri in famiglia. Spesso trovo coppie separate. Noto con dispiacere una sofferenza enorme nei bambini in quanto vivono o con la mamma o con il padre, e purtroppo si ritrovano ingabbiati in contenziosi familiari. Reputo, infatti, che in molte zone del paese non sia ancora maturata l’idea del divorzio, trasformando tutto in un continuo scontro nel quale ha la peggio solo il bambino.
Il sistema di educazione che si impartisce ad un bambino in tenera età, lo ritiene adeguato ad i nostri tempi?
Secondo me si, però serve dare poche regole, precise e chiare, altrimenti si genera solo confusione e poi rifiuto. Quando andavo a scuola, avevo11 anni, la prof. di lettere ci faceva fare una tabella con 16 quadratini, se tu volevi andare in bagno lei ti annullava una casella per cui tu, in un trimestre, se finivi tutte le caselle non potevi andare più in bagno; in conclusione, io in 3 anni di medie non ho mai visto il bagno. Se la penna andava a terra, la nostra professoressa la buttava giù. Oggi mi dicono le maestre che non possono dire nulla altrimenti i bambini vanno subito dal preside. Viene considerata una violenza ma, secondo me, era un modo per abituare ad una disciplina.
Questi due anni di COVID cosa hanno significato e come sono stati affrontati?
C’è stata una cattiva comunicazione proprio da parte degli esperti, infatti, molti sono rimasti con idee confuse però tutto sommato vedo che quasi tutti accettano la vaccinazione.C’è qualcuno che non vaccina, e non solo contro il COVID, ma ha un reticenza verso tutti i vaccini. Io quando ero piccolo si somministrava solo il vaccino per il vaiolo, non esistendone altri, ed è per questo che molti colleghi, miei coetanei, hanno esiti di poliomielite. Resta però una minima parte di popolazione contraria ai vaccini, anche quelli obbligatori, e a queste persone vorrei mostrare alcuni reparti degli ospedali e far comprendere cosa significa la vita; del resto agonia deriva da AGON che dal greco significa lotta, perché si lotta per la vita, ed è per questo che sulle tombe egizie c’è la trachea, perché da lì passa l’aria e l’aria è simbolo della vita.
Lei per la sua professione di medico ha visitato tante case, cosa ci può dire in tal senso?
Sono andato a fare delle visite in alcuni bassi che non sono adibiti a civile abitazione ma ci si abita comunque per necessità. Appena laureato, lavorando al Cardarelli, mi sono ritrovato spesso ad effettuare visite in luoghi in cui d’estate era invivibile. Anche qui, ad Ercolano, ho visto persone ai domiciliari che avrebbero vissuto in maniera più dignitosa nelle carceri che in casa loro. Questo è solo un piccolo raffronto di esperienze che fa ben comprendere quanto la difficoltà abitativa sia elevata.
Se dovesse fare un paragone, da quando ha iniziato ad oggi, dal punto di vista umano, sociale, cosa ci può dire? La scienza è andata avanti e per questo la medicina è più efficace, ma non bisogna limitarsi ad un unico aspetto ed è per questo che penso fortemente che si dovrebbe incrementare la figura degli assistenti sociali, per curare anche l’animo di quei bambini seguiti sotto l’aspetto medico, ma poco sotto quello umano.
Il rapporto di vicinato con le altre famiglie è mutato ri- spetto al passato?
Si è perso perché si pensa più ad un aspetto individualistico, oggi nei grandi condomini non ci si conosce neppure, mentre su internet ci colleghiamo tutti e tralasciamo i collegamenti strettamente personali. Un aspetto positivo di questa grande digitalizzazione è che ci si affida di più all’esperto (per fortuna). Ricordo un episodio in un basso, in uno dei tanti vicoletti delle nostre città, in cui effettuando visita ad un bambino vado a scoprirne la pancia, ungendomi a causa dell’olio messo per tentare una cura casalinga. Adesso questi episodi non sono più diffusi, abbiamo la cultura della scienza e ci affidiamo ad essa.
Dato che ha vissuto la politica quando c’erano ancora i partiti del novecento, partiti strutturati, ritiene che ci sia ancora la cultura della res publica? No. Io penso che prima c’erano più blocchi ideologici e si credeva in qualcosa, giusto o sbagliato che fosse, ma ci si credeva ciecamente. Prima c’era una cultura ideologizzata, gente che veniva mandata a fare scuola di partito, sviluppando una cultura propria. Oggi non c’è, assistiamo ad una politica miope che non crede a nulla, e di quel vecchio retaggio, salvando la pace di qualcuno, non ne vedo più. Io ero amico di tutti, fascisti, comunisti, extracomunitari, e al di là delle idee erano tutti amici miei. Andavamo a giocare a pallone insieme.
I giovani della Ercolano di 50 anni fa era diversa rispetto ad oggi?
Oggi il superfluo è considerato necessario. Io purtroppo, sarà anche un pò di nostalgia, invidio i giovani perché loro hanno più possibilità rispetto a noi, hanno più libertà. Però non è tutto così: prima c’erano regole da seguire. Oggi hanno più libertà ma non ne hanno il controllo. Io credo nei ragazzi, nei giovani, sono più spontanei, ma hanno bisogno di argini. Bisogna darsi un senso, una motivazione, altrimenti perché vivi?!
Lei vive la città quotidianamente, come le appare ai suoi occhi? Io vedo la mancanza di un senso dato alle cose, oggi si preferisce la scuola calcio, manca la direttiva, come un fiume, questi ragazzi, vanno incanalati. Noto una mancanza di un senso alle cose. Ci tengo a dire però che uno strumento fondamentale per crescere resta la cultura.
Ritornando alla sua meravigliosa e lunga esperienza di medico, ci può raccontare un caso, negativo o positivo, che le è rimasto dentro?
Ce ne sono tanti da ricordare. In ospedale ci si ritrova spesso dinanzi alla “lotta”. Quando nascono dei bambini che lottano tra la vita e la morte e tu sei solo con Dio e non sai cosa fare è straziante, non c’è modo di assisterli, sono però fiducioso perché la medicina pediatrica ha fatto passi da gigante.
Cosa le ha insegnato questa professione?
Il più grande insegnamento che ho ricevuto è che la vita è relazione!
La stessa parola esistere, dal latino ex stare, significa stare fuori e nel momento in cui stai fuori crei rapporti, interazioni, legami e con essi si crea l’esistenza e con essa l’estasi che ne deriva.
Questo concetto è riportabile anche in medicina, quando le cellule non si contaminano e restano tutte uguali generano il monomorfismo, leucemia.
Bisogna differenziarsi e relazionarsi, restare chiusi in se non fa crescere.
Sono passati circa 60 minuti, nel frattempo il telefonino del dottore ha squillato con una frequenza costante. Erano mamme di bambini, che chiedevano e informavano dello stato di salute dei loro figli. Lui, il dottor Coppola, imperterrito, concentrato, con tono sempre pacato, rispondeva, consigliando, prescrivendo, ammonendo. Intanto noi guardavamo l’orologio, alle 21,00 c’è la semifinale Italia-Spagna.
E’ stata una meravigliosa esperienza intervistare questo luminare della pediatria, dell’umiltà e dell’umanità. Ma ora l’Italia è l’Italia. Proviamo a stringere....siamo tutti contenti, anche il dottor Coppo- la.
Ci salutiamo, con le dovute prescrizioni anti Covid...Dottore adesso andiamo a vedere la partita. Tifiamo per la nostraNazionale.
Ci risponde: “Si, ma prima di tornare a casa, devo passare a casa di un bambino che non sta rispondendo proprio bene alla terapia. Poi dopo torno a casa a ti fare la nostra Nazionale.”

Forza Azzurri, Buon lavoro Dottore.
Auguri a questo piccolo paziente, affidato in buonissime mani.

Indirizzo

Ercolano

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Scaviamo Più A Fondo pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a Scaviamo Più A Fondo:

Condividi


Altro Ercolano società di media

Vedi Tutte