Carlo Rocca

Carlo Rocca Metto in primo piano i colori e il testo in uno spazio bianco.

C'è chi ha la musa ispiratrice, io ho un musetto con dei baffi bianchi.
17/01/2024

C'è chi ha la musa ispiratrice, io ho un musetto con dei baffi bianchi.

L’esigenza delle fiabe.Perché sono nate e dove?Boh! Fine del post.Scherzo, però mi sono posto anch’io queste domande. Le...
14/01/2024

L’esigenza delle fiabe.

Perché sono nate e dove?
Boh! Fine del post.

Scherzo, però mi sono posto anch’io queste domande. Le risposte si perdono nella notte dei tempi ma qualche traccia ci è rimasta e possiamo sbirciarci attraverso come una fessura per scoprirne il senso.
Philip Pullman, autore di Queste oscure materie, disse: «A me interessa parlare di temi importanti: la vita, la morte, l'esistenza di Dio, il libero arbitrio. Il fantastico non è fine a sé stesso, ma sostiene e da corpo al realismo... Non abbiamo bisogno di liste di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, abbiamo bisogno di libri. "Non devi" è presto dimenticato, "C'era una volta" durerà per sempre.»
A partire da questa citazione parlerò di un testo, uno dei più antichi che conosco: Il libro dei giudici della Bibbia, la famosa storia di Sansone.
Come è nata e perché?
Gli ebrei erano un popolo di nomadi che non potevano portarsi dietro intere carovane di rotoli di pergamene per studiare le tradizioni e le leggi, per tale motivo la conoscenza veniva tramandata oralmente.
La media della vita si aggirava intorno ai 30-40 anni e già a 15 ci si sposava. Non c’erano scuole, ma c’erano gli scribi, i maestri che si scontravano con l’apprendimento dei più piccoli e qua ritorna la citazione di Pullman. Era impossibile trasmettere dei valori alle nuove generazioni senza rischiare di perderne l’essenza, ma nascondendoli tra le pieghe del fantastico si sarebbero garantiti la permanenza lungo i secoli.
I Nazirei (נזיר, Nazir, in ebraico, vuol dire consacrato) erano i figli maschi consacrati a Dio che per distinguersi dagli altri avevano delle regole da rispettare, compreso il divieto di tagliarsi i capelli perché era il segno della Grazia=Forza che Yahweh donava a loro. Ma se un Nazireo trasgrediva la legge, commettendo peccato, per essere riconosciuto dal popolo, doveva radersi la testa. Quindi i capelli erano un marchio che simboleggiava la perdita della Grazie-Forza, una conseguenza, non la causa. Ma come tramandare questa conoscenza facendo in modo che venisse ricordata? Per mezzo dell’elemento fantastico e invertendo la causa dall’effetto e una volta che il ragazzo sarebbe diventato uomo, sarebbe stato capace di individuare quei valori che prima non era in grado di apprendere. La fiaba nasce per un’esigenza pratica, in un contesto preciso e non ha niente di letterale. Per tentare di renderla politicamente corretta, invece, si scivola spesso sul letterale e diventa scorrettissimo. Non sono contrario alle reinterpretazioni purché sia disponibile anche la versione originale.

Facciamo un salto nel tempo e approdiamo a Pinocchio. Abbiamo davanti un burattino di legno e sarebbe più preciso chiamarlo marionetta perché ha un corpo intero e viene comandato da fili e già questo elemento dovrebbe metterci in allerta.
Mastro Geppetto, suo padre, rinuncia alla cena per fargli avere L’abbecedario, altro elemento fondamentale. Pinocchio vende il libro e semina le monete che ha ricavato, credendo di far crescere un albero di soldi, ancora una traccia per noi lettori. Frequenta il Paese dei balocchi ma ci sosta troppo e si trasforma in un asino.
La storia di Pinocchio ruota ai sacrifici del padre per farlo studiare, a lui che non ascolta la coscienza e che vuole solo divertirsi ma che finisce sempre tra le cattive compagnie. Per farla breve quando il Burattino decide di avere una gerarchia di valori, la coscienza, la famiglia e lo studio, si trasforma in una persona vera. Basta unire i puntini per capire cosa voleva dirci Carlo Collodi.
Nonostante la fiaba sia stata maltrattata in diverse interpretazioni ancora oggi tra le sue pieghe nasconde una verità attualissima. Ecco a cosa serve l’elemento fantastico ed ecco perché amo il fantasy, perché amplifica la realtà e ne esalta i valori, così come le contraddizioni. Chi si ostina a vedere in Pinocchio una questione di genere, di adozioni, della madre che può essere solo fata (ho sentito anche questa) vuol dire che ignora i fondamentali e si concentra sull'aspetto letterale.
Lo stesso schema si ripete in Peter Pan, nel Mago di OZ, in Alice nel Paese delle Meraviglie...
Di Peter Pan che non vogliono crescere ne conosco tantissimi che continuano a vivere nell'IsolaCheNonC'è. Il senso mi pare offerto su un piatto d'argento, ci vuole tanto a capirlo?

Lancio una proposta: al posto di rimaneggiare sempre le vecchie fiabe non sarebbe il caso di inventarne di nuove che rispecchino il nostro tempo? Senza metafore, simboli e analogie è un mondo che si muove a tentoni, incapace di guardare oltre la superficie.

https://it.wikipedia.org/wiki/Nazireato

Il mio secondo nome è Snoopy.
11/01/2024

Il mio secondo nome è Snoopy.

Non è che io voglia fare il furbo a qualsiasi costo ma è solo una coincidenza che abbia tutte le calze lunghe e per un p...
03/01/2024

Non è che io voglia fare il furbo a qualsiasi costo ma è solo una coincidenza che abbia tutte le calze lunghe e per un piede 65.
Intanto aspetto e se dovesse portarmi carbone, con i tempi che corrono, ne farò una bella scorta.

Sto preparando i regali. Chi è che ha detto che Babbo Natale non esiste? Voglio i nomi.
20/12/2023

Sto preparando i regali. Chi è che ha detto che Babbo Natale non esiste? Voglio i nomi.

10/12/2023

In principio era il Verbo, il soggetto era sottinteso, il complemento oggetto arrivò dopo e all'ultimo spuntò quello di termine, non era un caso che lo chiamassero così.
Quasi quasi mi butto sulle grammatiche, ho già il titolo: "Analisi da Dio!" Entrerà nelle scuole, lo sento.

Auguri a Nicola, a Nicolò, a Nicholas, a Klaus, a Νικόλαος, a Николай, a Nicol e a NickQuasiSenzaTesta.Caro Babbo, datti...
06/12/2023

Auguri a Nicola, a Nicolò, a Nicholas, a Klaus, a Νικόλαος, a Николай, a Nicol e a NickQuasiSenzaTesta.

Caro Babbo, datti da fare con questi regali. Capisco che c'è l'età, la vista che annebbia e la costipazione delle renne da gestire ma se ti portassi avanti un anno prima arriveresti in orario. Così per l'Epifania non sarà costretta quella povera donna a saltare da un camino all'altro per rimediare ai tuoi ritardi. Non è che la faccia piacere sfrecciare a 20 gradi sottozero con le scarpe rotte e un fazzoletto in testa, eh! Sarà pure strampalata ma non fino a questo punto. Prova tu, in mutande e bretelle a fare il suo lavoro e poi ne riparliamo. Ricordati che hai una slitta da riempire e lei ha un ma**co di scopa, perciò non farla arrabbiare perché sa cosa farne.

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