Villacidro, si conclude così l’assemblea pubblica contro la speculazione eolica dove ci sono stati vari interventi di tutti i comitati, movimenti fra cui anche quello dei pastori sardi, assessori comunali, ex sindaci tenuta oggi qui in piazza zampillo.
Si impugnasse lo statuto speciale sardo visto che esso ha il potere di dettare legge sull’ordinamento degli enti locali, agricoltura, foreste, edilizia urbanistica. 😡😡😡
Non possiamo permettere alla mano speculatrice di devastarci l’isola pertanto abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile, occorrerebbe solidarietà tra i popoli visto che si tratta di una lotta che va condotta collettivamente rispettando le opinioni di tutti ma allo stesso tempo bisognerebbe evitare di perdere l’obiettivo che è quello di lottare pacificamente nel rispetto della legge per poter cacciare per una volta per tutte il sopruso.
Villanovatulo Capofila nella resistenza.
Speculazione energetica:
Appello a tutti i Sardi e non solo, oggi bisogna essere uniti più di ieri perchè questa è una guerra che va contro i principi, contro tutti i valori dell’uomo ma noi dobbiamo insorgere come popolo, i nostri diritti sono inalienabili e non possiamo permettere per nessuna ragione al mondo che il sopruso invadi una terra così bella. Una domanda sorge spontanea: Quanti di voi si sentono veramente sardi? Quanti di voi sono disposti a mollare tutte le altre cose e venire nei presidi per cominciare a comprendere cosa realmente si cela nel progetto Terna? Come vengono realmente alimentate le enormi turbine eoliche? Cosa non vogliono dirci? Madre terra è in pericolo perché l’invasore vuole invaderla, mancano le persone istruite che possono dire no a questo scempio! Manca la collaborazione di tutti in sardi al di là delle proprie vedute rispettabilissime però voglio ricordarvi che siamo una famiglia e ciò che conta veramente e volervi bene perché noi sardi abbiamo delle radici, abbiamo un’identità e non possiamo perderla, allora quando mi sento dire oggi non posso venire al presidio perché devo lavorare io vi rispondo potete fare entrambe le cose, si tratta solo di sapersi organizzare, si tratta di fare dei sacrifici. Avete pensato per cosa vi state sacrificando? Benissimo… vi rispondo subito, lo state facendo in primis per voi stessi e per il bene delle generazioni che verranno. Volete bene ai vostri figli? Volete lasciare qualcosa ai vostri figli? Si tratta di fare una scelta se continuare a divertirsi adesso e perdere tutti i diritti o se reagire alzando la testa dicendo semplicemente tutti insieme no. Per andare al bar, al mare o seguire le partite di calcio credetemi c’è sempre tempo. Le piante sono la vita, sono l’ossigeno e mi auguro che ognuno di noi sappia quanto sono importanti gli alberi per la nostra sopravvivenza e non possono essere sostituiti con queste enormi turbine che serviranno a soddisfare economicamente la Sicilia, la Campania, l
Ogni manifestazione e’ un occasione di apertura e confronto...spesso con una realta’ non conosciuta fino in fondo, eppure siamo tutti Sardi,...ma la Sardegna e’ così.. linguaggi, stili di vita, costumi Sardi, uno diverso dall’altro, e quindi diverso dal “nostro”.
Ma un viaggio a Quartu per lottare insieme e’ un esperienza che ti cambia dentro, non si tratta soltanto della suggestione di un meraviglioso litorale, oppure .....del tramonto trascorso a Selargius, ieri notte...; questo viaggio e’ impegnativo perche’ ti costringe a pensare, a metterti in discussione, rispetto alla civilta’ consumistica, ossessionata dal denaro, dall’apparenza e dall’egoismo.
Quello delle Multinazionali e’ un altro mondo...un altro sguardo sulle cose, un altro concetto di benessere e felicita’...ed un altra idea e dimensione del territorio.
Vi e’ ora la necessita’ di capire come la nostra situazione sociale e politica attuale si collochera’ in una realta’ complessa come la nostra di popolo Sardo, composta da paesi differenti, tutti profondamente radicati nella propria cultura e nei propri antichi costumi, con dialetti altrettanto diversi....ma tutti noi Sardi ci capiamo perfettamente, perche’ siamo Sardi, ...e fieri di esserlo!
Ci rattrista pensare che qualcuno di noi ci abbia tradito...questa e’ la peggiore sofferenza che si avverte....eppure la nostra meravigliosa isola avrebbe avuto bisogno di un sostegno speciale, della realizzazione ed attuazione di alcune azioni di priorita’, tra tante esigenze......
Esigenze legate ai mancati collegamenti ferroviari....che possano permettere ai Sardi ed ai turisti di poter andare da un capo all’altro dell’isola; di arginare lo spopolamento; di permettere di studiare ai migliori di noi, anche se privi della necessaria disponibilita’ economica; di poter immaginare il ripopolamento ed il rientro dei giovani, spinti ad andare altrove in cerca di una speranza lavorativa, che in questa terra ormai ma
“LA RIVOLTA DEGLI ULIVI”:
LA FIDUCIA NEL GEMELLAGGIO TRA TERRITORI, QUALE VIRTU’ SOCIALE!
Il nostro nascere ed il nostro primo apparire nel mondo dell’associazionismo dei Comitati contro LE SPECULAZIONI GREEN, hanno costituito la scena primaria delle relazioni di fiducia.
Il nascere ed il poter filtrare in questa rete di relazioni le giuste azioni da intrapprendere, a partire da quelle di prossimita’...per estendersi alla piu’ vasta comunita’ di appartenenza mediante il gemellaggio tra territori, (lontani fisicamente ma vicissinissimi sul tema), hanno consentito di essere accolti e riconosciuti da altri fratelli Sardi.
Qui si apprende la fierezza, anzitutto del vivere Sardo, per poi scambiare con l’ambiente circostante, emozioni e paure, sentimenti e percezioni di fare le cose giuste.
Ricordiamo questo passato remoto della fiducia, per comprenderne la portata dello stesso termine “fiducia” nel presente, e l’assoluta centralita’ delle azioni basate dall’umana esperienza di poter fare qualcosa che possa costituire un fermo NO alle speculazioni perpetrate IERI ed OGGI.
E’ oltremodo necessario tuttavia, rendere ancora piu’ concreta questa riflessione, calandola nel tempo, e nella storia che certamente costituira’ agli occhi dei posteri.... il ricordo di una “Rivoluzione Pacifica Sarda”.
Quale scenario si profilera’ dietro la nostra stessa esperienza in ordine a questo tema?
Lo sfilacciamento della socialita’ creato dai social e’ fonte della stessa precarieta’ materiale e relazionale che rende piu’ tortuoso il percorso fiduciario...ma allo stesso tempo, mediante i social si possono consolidare le relazioni di reciprocita’ amicale e cio’ potra’ permettere l’attuazione di esperienze concrete, di affidamento, date e nel contempo ricevute, contro una “chiusura difensiva” che rimane comunque una chiusura da abbattere attraverso il convincimento e l’influenza ideologica, che in questo modo, si sviluppa
Attimi di paura per un vasto incendio partito da Serramanna intorno le ore 13:40 per poi arrivare fino alle campagne di Samassi “zona Pedrixiu” e località “ Coronduledda” divorando terreni agricoli e sfiorando le aziende vicine, andate in fumo più di 1000 ballette e 100 balloni e svariati ettari di grano. Il fuoco è passato a 8 metri dalle case vicine, a salvare le case sono stati i titolari preparati per l’incendio con manichette antincendio e la “Forestas” di Monastir. Sul posto intervengono il corpo forestale, i Barracelli, Vigili del fuoco, Carabinieri, volontari per cercare di domarlo.
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Adagiato nell’estremo lembo nord-occidentale della Sardegna, Stintino si protende verso l’Asinara, quasi a toccarla. Proprio lì, dove la sfiora, mostra il suo capolavoro, La Pelosa: fondale limpido e bassissimo per decine di metri, sabbia candida e impalpabile, abbagliante e placido mare con tutte le tonalità dell’azzurro. Accanto alla ‘sorella maggiore’, c’è la Pelosetta, chiusa da un isolotto sovrastato da una torre aragonese (del 1578), simbolo della Pelosa. Da una ‘terrazza’ sulla spiaggia ‘tropicale’, a duecento metri d’altezza, godrai di un panorama unico su isola Piana e parco nazionale dell’Asinara, incontaminato e selvaggio: Stintino è il luogo d’imbarco più vicino per visitarlo.
Il territorio stintinese è un lembo di terra tra due mari. A ovest il suggestivo ‘mare di fuori’, con costa alta e frastagliata alternata a calette di sabbia e ciottoli: da Capo Falcone, luogo selvaggio sorvegliato anch’esso da una torre spagnola (la più alta della Nurra) e sorvolato da falchi pellegrini e della regina, sino a Cala del Vapore, attraverso Valle della Luna e Coscia di donna. A est il ‘mare di dentro’, all’interno del golfo: costa bassa e riparata che dalla Pelosa, passando per L’Ancora e gli scogli di Punta Negra, arriva sino ai sassolini bianchi e tondi del lungo litorale de Le Saline ed Ezzi Mannu. In mezzo un’oasi naturale con stagni (Cesaraccio e Pilo), dove vivono airone rosso, garzetta e martin pescatore.
In principio Stintino era un paesino di pescatori, del tutto simile a Cala d’Oliva sull’Asinara, borgo di provenienza delle 45 famiglie liguri, che lo fondarono nel 1885, quando il Regno d’Italia insediò sull’isola lazzaretto e colonia penale, ‘sfrattando’ gli abitanti.
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Dalle tonnare di Stintino verso Porto Torres, per alcuni chilometri, si estende la spiaggia di Fiume Santo un paradiso dove i colori si mischiano tra loro con gli odori del mare. Il fondo marino degrada dolcemente e a qualche centinaio di metri dalla riva si incontranodei banchi di roccia e la prateria di posidonia, che ospita una ricca ed interessante fauna marina.
Alle spalle di questa lunga distesa sabbiosa, una serie di piccoli stagni e lagune salmastre che trova il suo elemento più importante nello stagno di Pilo. Nei tratti di spiaggia meno frequentati, al termine della primavera nidificano alcune colonie di sterne.
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Vi accompagno in questo lungo viaggio alla scoperta della Sardegna. Ci troviamo a Mogoro paese della provincia di Oristano nel cuore della Marmilla per ammirare insieme a voi in tutto suo splendore dall’alto in complesso nuragico “Cuccurada” per raccontarvi la sua storia, le sue origini e i reperti che sono stati rinvenuti…
Durante il Pliocene, poco più di 3 milioni di anni fa, nel massiccio vulcanico del Monte Arci l'attività vulcanica è stata essenzialmente effusiva e subaerea, con eruzioni multiple di tipo fissurale che hanno prodotto colate laviche arealmente molto molto estese.
Alcuni centri di emissione di tipo puntiforme sono oggi testimoniati dai due particolari rilievi localmente denominati Trebina Longa e Trebina Lada che, sotto il profilo geografico, costituiscono anche la massima elevazione del Monte Arci, raggiungendo rispettivamente le quote di 812 m 795 m s.l.m.
L’oronimo in sardo di Trebina, che significa “treppiede”, come scrisse il Lamarmora, è stato dato ai due rilievi perché visti da lontano, dalla piana del Campidano, assieme ad un altro spuntone di roccia, formano un triangolo che ricorda appunto un treppiede.
Queste due morfostrutture vulcaniche di forma pressoché cilindrica, sono il risultato del riempimento e del successivo raffreddamento della lava all’interno di due camini vulcanici (neck in lingua inglese), ormai erosi e originariamente allineati lungo una direttrice NS, che rappresentano i centri di alimentazione di grandi colate basaltiche che caratterizzano l'altopiano alla sommità del rilievo e che cronologicamente rappresentano gli ultimi episodi eruttivi del Monte Arci.
Oggi, oltre al particolare e documentato significato geologico assunto da questi due geomorfositi, la loro importanza dal punto di vista naturalistico è dovuta anche al fatto che questi affioramenti rocciosi sono diventati luoghi di nidificazione di numerose specie di uccelli nelle nicchie e negli anfratti delle pareti rocciose quasi verticali.
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Vicino alla Giara, nella Sardegna centro-meridionale, spunta il simbolo per eccellenza della civiltà nuragica, unico sito sardo patrimonio materiale dell’Unesco.
A Barumini si respira un’aria speciale: sin dalla preistoria l’attuale borgo fu centro di potere e riferimento di un territorio ricco e fertile, la Marmilla. A testimoniarlo si erge su Nuraxi, il più imponente (e meglio conservato) tra i trenta siti nuragici baruminesi, nonché la più importante eredità che la civiltà ‘delle torri’ ci ha lasciato. L’area archeologica comprende un nuraghe complesso e un esteso villaggio di capanne, un luogo unico, che l’Unesco nel 1997 ha dichiarato patrimonio dell’Umanità. L’imponente sito è venuto alla luce grazie agli scavi condotti a metà XX secolo da Giovanni Lilliu. Al ‘padre’ dell’archeologia sarda è intitolato il Centro culturale a pochi passi dal nuraghe, dove si alternano tutto l’anno eventi, mostre, concerti e laboratori didattici.
Su Nuraxi, realizzato in basalto, pietra vulcanica proveniente dal vicino parco della Giara, presenta una stratificazione di duemila anni, dal XVI secolo a.C. al VII d.C. Il complesso è costituito da una torre centrale (mastio) e quattro angolari raccordate da un bastione, e, intorno, da un labirinto di 50 capanne, pozzi e cisterne. Il mastio, in origine alto 18 metri e mezzo, è la torre più antica, eretta nel Bronzo medio (XVI-XIV a.C.) e composta da tre camere sovrapposte e comunicanti fra loro, con pareti aggettanti, il cui diametro diminuisce man mano che si sale.
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Con il Natale che sta quasi per bussare alle nostre porte ho deciso di portarvi ad Aritzo, Belvì, Fonni, Desulo e riprendere dall’alto lo splendido paesaggio tutto innevato.
La Sardegna col suo mare cristallino è il diamante del mediterraneo e con la sua neve candida si veste di regina 👑 del mare.
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Immersa nel massiccio del monte Linas vi è una continua scoperta di ambienti naturali sempre diversi, tra aspre vette, profonde gole, boschi, macchia mediterranea, corsi d’acqua e cascate. Una di esse, circondata da imponenti pareti granitiche, nel territorio di Gonnosfanadiga, vi resterà impressa per il suo vertiginoso ultimo salto di oltre 70 metri: è la cascata di Muru Mannu. È la ‘grande cascata’, con il salto d’acqua più alto della Sardegna, che fende una rigogliosa foresta 🌳 Assieme al torrente che la genera, deve il nome alla cresta rocciosa da cui sgorga il corso d’acqua.
A fine balzo, il torrente genera un laghetto circondato da lecci e agrifogli, poi prosegue verso valle, dando vita ad altre piccole cascatelle, infine congiungendosi col rio Linas e formando il rio Cannisoni.
Attraverso il sentiero CAI 109 è possibile raggiungerla senza grosse difficoltà, bisogna attraversare il guado diverse volte ma facendo attenzione riusciamo a non bagnarci i piedi.
Un territorio unico tutto da scoprire ♥️
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Ho perso il conto delle volte in cui son salito su Monte Arcuentu. Ogni tanto è come se il mio corpo necessiti di respirare la natura che tantissimi anni fa Fra Nazareno respirava durante i suoi ritiri in preghiera.
Credetemi non c’è posto migliore in cui scaricare lo stress e sentirsi in armonia con l’ambiente che lo circonda. Si tratta di un panorama incredibile a 360 gradi che spazia da Scivu a Capo Mannu, dai monti del Linas al Gennargentu, passando per il monte Arci e la giara di Gesturi.
Insomma, un’immersione in una realtà che vi lascerà senza fiato dopo un trekking abbastanza impegnativo di un’ora e mezza.
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I have lost count of the times I have climbed Monte Arcuentu. Every so often it is as if my body needs to breathe the nature that Fra Nazareno breathed many years ago during his retreats in prayer.
Believe me, there is no better place to release stress and feel in harmony with the surrounding environment. It is an incredible 360-degree panorama that ranges from Scivu to Capo Mannu, from the Linas mountains to Gennargentu, passing through Mount Arci and the giara di Gesturi.
In short, an immersion in a reality that will leave you breathless after a fairly demanding trek of an hour and a half.
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Ci troviamo in una calda giornata estiva, l’erba secca, le piante verdi, il caldo che toglie l’energia e il canto dei grilli. Un suggestivo contorno per questo capolavoro, il nuraghe Lugherras, a pochi passi dalla 131 in territorio di Paulilatino.
Come si può vedere dalle immagini, questo gigante è ancora in parte sotto uno strato di terra esternamente, ma all’interno è stato fatto un gran lavoro di restauro e pulizia.
Si tratta di nuraghe polilobato e ha il suo nucleo nel mastio centrale, un nuraghe monotorre risalente all'età del Bronzo Medio (1600 - 1300 a.C.), con un architrave ciclopico e due camere sovrapposte.
Un’opera d’arte grandiosa che ancora oggi si conserva per regalarci emozioni uniche, ogni volta entrare in un nuraghe è come entrare in un altro mondo, con i suoi ambienti, i suoi profumi e le sue oscurità che fanno tornare indietro di migliaia di anni quando i nostri antenati li utilizzavano per la vita di tutti i giorni. Fiero del nostro passato e di ciò che conserviamo ♥️
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Il nuraghe Orolio, chiamato anche Madrone è un monumento archeologico che si trova sulla collina che domina il comune di Silanus.
Un nuraghe complesso costruito prevalentemente in granito. Rimane quasi intatta la torre centrale alta circa 12 metri originariamente affiancata da altri due o tre corpi. Il nuraghe presenta due tholos sovrapposte, collegate da una scala principale e da una scala secondaria occulta dotata di un mezzanino. Queste particolarità costruttive rendono Orolìo uno dei nuraghi più interessanti e suggestivi.
La scala interna effettua il giro del nuraghe per ben due volte, è in ottimo stato e ci può portare in una prima nicchia sovrastante e poi sulla cima del nuraghe.
Un nuraghe che mi è entrato nel cuore ♥️
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