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12/11/2024
Sulla costa occidentale della Sardegna si racconta di antichi approdi nelle acque placide di una laguna del basso Orista...
30/10/2024

Sulla costa occidentale della Sardegna si racconta di antichi approdi nelle acque placide di una laguna del basso Oristanese, dove ancora oggi un piccolo borgo di pescatori custodisce tradizioni secolari e attrazioni naturali.
Un pittoresco villaggio di pescatori sorge nella parte più meridionale del golfo di Oristano, in posizione estremamente riparata, affacciato su un’ampia laguna di fronte al promontorio di Capo Frasca. Le caratteristiche abitazioni del borgo di Marceddì, rientrante nel territorio di Terralba, si estendono tra stradine sterrate sino a una piccola e caratteristica pineta davanti alla laguna salmastra, originata dall’insenatura marina. La parte più interna della laguna, separata da un piccolo sbarramento, prende il nome di stagno di San Giovanni. Qui si immettono i corsi d’acqua rioMogoro e rio Mannu che ne addolciscono le acque. Sul lungomare del villaggio si trovano un porticciolo e la chiesa dedicata alla Madonna di Bonaria, teatro – nella seconda metà di agosto - di una festa durante la quale si svolge un’emozionante processione in mare. Il simulacro viaggia lungo le vie dello stagno a bordo di un peschereccio ricco di addobbi, seguito da altre barche con gruppi di fedeli. Turisti e visitatori partecipano poi a banchetti a base di pesce nei tradizionali statzusu.
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Immensa e bellissima spiaggia cittadina, otto chilometri di litorale tra Cagliari e Quartu Sant’Elena: sabbia soffice, m...
10/10/2024

Immensa e bellissima spiaggia cittadina, otto chilometri di litorale tra Cagliari e Quartu Sant’Elena: sabbia soffice, mare azzurro, relax, divertimento e sport.
Sino a inizio XX secolo i cagliaritani gli preferivano la parte occidentale del golfo degli Angeli, poi a poco a poco ne apprezzarono le dune bianche, sorsero i primi stabilimenti, i chioschi e una colonia estiva, infine i celebri variopinti casotti (rimossi del tutto nel 1986). Col tempo l’hanno popolata sempre più, sino a farle assumere il nome di ‘spiaggia dei centomila’. Oggi il Poetto è l’indiscusso ‘mare’ dell’hinterland cagliaritano, una delle spiagge cittadine maggiori d’Europa, nonché più belle e frequentate dell’Isola, meta preferita dei visitatori del capoluogo, in estate e in qualsiasi giornata di sole nel resto dell’anno: tappa obbligatoria anche soltanto per un caffè o un aperitivo accompagnato dalla brezza marina.
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11/09/2024

Intervista a Mario Flore dal presidio di Selargius “La rivolta degli ulivi”.

Probabilmente il monumento più famoso al mondo e simbolo della grandezza di Roma, l’Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto...
02/09/2024

Probabilmente il monumento più famoso al mondo e simbolo della grandezza di Roma, l’Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto con il nome di Colosseo per la colossale statua in bronzo raffigurante Nerone che si trovava nelle vicinanze, si innalza nel cuore archeologico della città, e da quasi duemila anni racconta una storia ininterrotta di fascino e magnificenza.
Il Colosseo, che ancora oggi è l’anfiteatro più grande al mondo, fu voluto dall’imperatore Tito Flavio Vespasiano che per edificarlo scelse la zona compresa tra i colli Palatino, Esquilino e Celio, precedentemente occupata dal laghetto artificiale della Domus Aurea di Nerone. La sua costruzione iniziò nel 70 d.C. e terminò nell’80 d.C. sotto l’impero di Tito, figlio di Vespasiano.
L’edificio, destinato ai combattimenti, ai giochi tra i gladiatori (munera), alle simulazioni di caccia ad animali feroci ed esotici (venationes) e alle naumachie (combattimenti navali), è composto da quattro ordini architettonici sovrapposti; i primi tre sono formati da ottanta arcate inquadrate da semicolonne, il quarto è suddiviso in riquadri intervallati da finestre. Nell’ultimo ordine, erano inseriti supporti in muratura e in legno per sostenere un immenso telone (velarium) che serviva a riparare gli spettatori dal sole e dalla pioggia.
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Tour alla Laguna Blu dovrebbe essere in cima alla vostra lista dei desideri se state visitando Spalato o l’area della Da...
20/08/2024

Tour alla Laguna Blu dovrebbe essere in cima alla vostra lista dei desideri se state visitando Spalato o l’area della Dalmazia circostante. Situata proprio alla giusta distanza d all’area urbana, con la sua ricca flora marina, la sua fauna e l’acqua turchese è il posto perfetto per godere di tutte le attività estive. La sua posizione isolata e l’assenza di connessioni pubbliche che la colleghino alla terra ferma, la rendono la meta perfetta per una gita...⛴️🐬🌊
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Spalato, la città nel Palazzo di Diocleziano  La seconda città della Croazia si affaccia sull’Adriatico e si erge dalle ...
15/08/2024

Spalato, la città nel Palazzo di Diocleziano  
La seconda città della Croazia si affaccia sull’Adriatico e si erge dalle mura del Palazzo di Diocleziano riversandosi in un porto antico e spiagge da sogno.
Città dirimpettaia delle coste italiane, Spalato sorge proprio lungo il versante Adriatico della Croazia e costituisce una località balneare di prim’ordine. Il suo fascino non è però solamente dovuto alle meravigliose spiagge da sogno, ma anche alla storia millenaria che risale all’età di Diocleziano. Oltre alle attrazioni culturali, Spalato è anche il fulcro di una vivace vita andata fatta di festival, eventi di cinema e teatro e tradizionali feste popolari alle quali partecipare. Spalato è la destinazione ideale per una vacanza mediterranea immersa tra storia, cultura, tradizioni, folklore e natura. Per evitare l’affollamento turistico, vi consigliamo di andare a Spalato la tarda primavera e la tarda estate. 
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19/07/2024

Speculazione energetica:

Questo è il ginepro che hanno sradicato con un gesto vile di una violenza inaudita. In questa foto abbiamo Rita Corda la...
14/07/2024

Questo è il ginepro che hanno sradicato con un gesto vile di una violenza inaudita. In questa foto abbiamo Rita Corda la portavoce del comitato di Selargius No TYRRHENIAN LINK le due artiste Tiziana Troja e Michela Sale del “LucidoSottile“ scese in campo per difendere con le unghie e i denti il paradiso chiamato Sardegna preso d’assalto dalla mano speculatrice.

Il Monte Ortobene per i nuoresi è sempre stato semplicemente il monte. È un’altura granitica, che si eleva a 955 metri s...
07/07/2024

Il Monte Ortobene per i nuoresi è sempre stato semplicemente il monte. È un’altura granitica, che si eleva a 955 metri sul livello del mare, la cui cima più alta è detta Cùccuru Nighèddu. Ancora oggi nel Terzo Millennio l’Ortobene per i nuoresi è sempre ‘il monte’ per antonomasia, seppure le attività agro pastorali che vi si svolgevano una volta siano enormemente diminuite; ora è comunque costantemente visitato, meta di scampagnate e passeggiate, in particolare in comitiva, con i bambini che giocano piacevolmente all’aperto.
Per arrivarci si sale verso la cima percorrendo la strada che parte dalla Chiesetta della Solitudine, arrivati a un bivio si sceglie il percorso da seguire, in quanto il sentiero si divide in due formando un anello che conduce a tutte le principali località situate sul monte.
Una di queste località di particolare interesse turistico, è quella dove si trova la cosiddetta “Sa conca” o “il fungo”, situato sul ciglio della strada che porta al parco di Sedda Ortai. Questo antico roccione, che all’interno presenta un’ampia cavità, nel corso dei secoli e dei millenni fu un sicuro rifugio per l’uomo, che lo utilizzò come una vera e propria abitazione; oggi, chiunque vi passi davanti può ancora osservare, con molta curiosità, che ‘Sa Conca’ è ancora abitata: il suo ampio spazio interno è utilizzato come ovile. Un rifugio alquanto particolare, sicuramente unico in Sardegna.
Sa Conca, l’enorme fungo di granito posto sull’Ortobene ai piedi del monte “Pala de Casteddu” è stato, come detto prima, per secoli prezioso ovile, utilizzato da intere generazioni da quei pastori nuoresi che pascolavano “il comunale”.
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È la più maestosa e ben conservata testimonianza archeologica non solo di Suelli, centro dal glorioso passato vescovile,...
04/07/2024

È la più maestosa e ben conservata testimonianza archeologica non solo di Suelli, centro dal glorioso passato vescovile, ma di tutta la Trexenta, nel sud Sardegna.
Il nome deriverebbe da su piscu, ossia il vescovo della diocesi di Barbaria, al quale i giudici di Cagliari fecero numerose donazioni, compreso il terreno dove sorge il parcoarcheologico. Il nuraghe Piscu si erge imponente su una collina, lungo la statale 128 per Senorbì e Mandas, a pochi passi da Suelli, nel Medioevo sede vescovile e da sempre centro di venerazione di san Giorgio vescovo.
Citato in vari documenti medioevali e noto localmente come sa domu de s’orcu, il Piscuè il più monumentale e meglio conservato dei 200 nuraghi censiti in Trexenta, ‘indagato’ archeologicamente e restaurato negli anni Ottanta del XX secolo. La maestosa architettura complessa sorse tra Bronzo Medio e recente (XV-XI secolo a.C.), costruita con blocchi di marna calcarea, lavorati e disposti su filari regolari, e formata da una torre principale, la più antica della struttura, e quattro torri angolari, unite da spesse mura, costruite in una fase successiva. All’interno del bastione, quasi un quadrato con lati di circa trenta metri, è delimitato un cortile. Attorno, un basso antemurale di grossi massi ‘abbraccia’ cinque torri sporgenti e include all’interno un villaggio di numerose capanne circolari e quadrangolari.
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La cattedrale più grande di tutta la Sardegna, che presiede l’arcidiocesi arborense, è conosciuta come duomo di Oristano...
01/07/2024

La cattedrale più grande di tutta la Sardegna, che presiede l’arcidiocesi arborense, è conosciuta come duomo di Oristano, edificio di culto principale della parte centro-occidentale dell’Isola.
È chiesa ‘madre’ dell’arcidiocesi arborense. La cattedrale di santa Maria Assunta, elevata da Pio XII a rango di basilica minore, è il duomo di Oristano. Sorse su una struttura paleobizantina e su sepolture bizantine (VI-VII secolo), emerse nel sagrato della chiesa. Secondo la tradizione, nel 1070, la capitale del giudicato d’Arborea fu trasferita da Tharros a Oristano. Qualche decennio dopo (1131) è documentata, già come cattedrale, l’ecclesia sanctae Mariae de Orestano. I 16 fusti di marmo custoditi nel seminario tridentino, che si affaccia nel cortile del duomo di fronte alla chiesa della Santissima Trinità(XVIII-XIX secolo), fanno ipotizzare che l’originario impianto romanico di santa Maria (XI-XII secolo) avesse tre navate: forse otto colonne per parte dividevano l’aula. Nel primo trentennio del XIII secolo la chiesa fu ‘rivisitata’ e a metà del XIV fu aggiunto il transetto con quattro cappelle in stile gotico-italiano, tra cui quella della Madonna del Rimedio, oggi tra i pochissimi elementi originari superstiti.
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La conformazione della Spiaggia di Abarossa è caratterizzata da una lunga spiaggia che si estende per centinaia di metri...
24/06/2024

La conformazione della Spiaggia di Abarossa è caratterizzata da una lunga spiaggia che si estende per centinaia di metri, con le sue dimensioni e la profondità dell’acqua, si presta per essere adatta alle famiglie con bambini.
Con una lunghezza di 2720 metri per una larghezza media di circa 10 metri, ha una superficie di 27200 metri quadri ed è in grado di ospitare fino ad un massimo di 3400 persone distribuite comodamente.
La Spiaggia è composta da Sabbia grossa di colore Sabbia gialla, con una vegetazione retrostante, caratterizzata principalmente da macchia mediterranea.
Il mare è di colore Verde, con un fondale prevalentemente sabbioso.
Le linee batimetriche sono molto lontane tra loro, pertanto la profondità scende in maniera molto graduale, classificandosi come riva con acqua poco profonda.
La Spiaggia di Abarossa è di libero accesso, senza un numero chiuso previsto da legge. La capienza massima di 3400 persone è puramente indicativa e viene stabilita utilizzando le linee guida degli stabilimenti balneari, in cui si ipotizzano circa 8mq per ogni singola persona, tenendo conto di sdraio o asciugamano, ombrellone e un’area perimetrale di passaggio.
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Cari ascoltatori, oggi desidero parlarvi di un luogo molto particolare e poco conosciuto della nostra amata Italia: il c...
20/06/2024

Cari ascoltatori, oggi desidero parlarvi di un luogo molto particolare e poco conosciuto della nostra amata Italia: il carcere dell’Asinara.
Situato a nord-ovest della Sardegna, questo isolotto è stato utilizzato come luogo di detenzione per decenni, fino alla sua chiusura nel 1997. Ma qual è la storia di questo carcere e come è stato visto dalla società italiana?
Il carcere dell’Asinara è stato costruito nel 1885, su un’area di circa 6 chilometri quadrati. Inizialmente era destinato a ospitare gli esiliati politici e i criminali comuni, ma con il passare degli anni è stato utilizzato anche come colonia penale agricola.
Nel corso dei decenni, questo carcere ha ospitato una grande varietà di detenuti, da prigionieri politici a mafiosi, da malati di mente a soldati tedeschi e americani durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ma cosa rende così particolare il carcere dell’Asinara? Innanzitutto, la sua posizione geografica isolata. L’isola è circondata dal mare e le uniche vie di accesso sono via aerea o via mare, il che rendeva difficile la fuga dei detenuti. Questa caratteristica ha fatto sì che il carcere fosse considerato una fortezza inespugnabile, un luogo in cui i prigionieri erano costretti a scontare le loro pene in totale isolamento dalla società.
Inoltre, il carcere del Asinara era noto per le dure condizioni di vita dei detenuti. Il sovraffollamento delle celle, le pessime condizioni igieniche e la scarsa alimentazione erano solo alcune delle difficoltà che i prigionieri dovevano affrontare quotidianamente. Questo ha portato a numerose proteste e rivolte, che spesso venivano brutalmente represse dalle guardie.
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L’incantevole insenatura è uno dei gioielli di un un’isola sulcitana all’estremità sud-occidentale della Sardegna: alte ...
16/06/2024

L’incantevole insenatura è uno dei gioielli di un un’isola sulcitana all’estremità sud-occidentale della Sardegna: alte e chiare scogliere a strapiombo, tuffandosi nelle acque turchesi, producono riflessi abbaglianti incontrandosi con i raggi del sole.
Un profondo fiordo calcareo che si chiude con una piccola e stupenda spiaggetta di grossi ciottoli lucidi, abbracciata da una ripida scogliera. Cala Fico è un gioiello incastonato nella costa nord-occidentale dell’isola di San Pietro, nel territorio di Carloforte, a nord dell’imponente promontorio di Capo Sandalo, dove si erge il faro più occidentale d’Italia. La suggestiva cala dall’arenile roccioso, riparata da un promontorio calcareo bianco che domina il paesaggio, crea un’atmosfera selvaggia e incontaminata. Il mare è limpido con bellissimi colori cangianti tra verde e azzurro. Il fondale, basso e per lo più fatto di scogli e sassi, ospita numerose specie di pesci che contribuiranno a rendere le immersioni un’esperienza da documentario. Un vero paradiso per snorkeling e pesca subacquea.
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Punta delle Colonne è situata nell’omonima località, nell’Isola di San Pietro, presso il comune di Carloforte. Situata a...
09/06/2024

Punta delle Colonne è situata nell’omonima località, nell’Isola di San Pietro, presso il comune di Carloforte. Situata al di sotto di una maestosa falesia trachitica, si presenta con un arenile costituito esclusivamente da grandi massi arrotondati grigi e da scarsi ciottoli scuri. Il mare è verde intenso con un fondale roccioso e profondo, con acque fresche e limpide. Punta delle Colonne è poco frequentata a causa delle difficoltà nel raggiungerla, ma essa permette di godere di un panorama spettacolare di quelle che nella lingua tabarchina sono chiamate le “Chinolle“; si tratta di due imponenti faraglioni disposti a poca distanza uno dall’altro. Questo luogo incantevole è raggiungibile però solo via mare.
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U pàize è un enclave ligure in Sardegna: conserva lingua e cultura dei fondatori, le famiglie di pescatori originarie di...
06/06/2024

U pàize è un enclave ligure in Sardegna: conserva lingua e cultura dei fondatori, le famiglie di pescatori originarie di Pegli e provenienti dall’isola tunisina di Tabarka (dove risiedevano dal XVI secolo). I tabarchini nel 1738 ottennero dal re Carlo Emanuele III il permesso di colonizzare l’isola di san Pietro, disabitata e detta ‘degli sparvieri’ sin dai tempi dell’insediamento fenicio (VIII secolo a.C.), cui seguì quello punico, con tempio e necropoli. Gli stessi pescatori, 40 anni dopo, avrebbero fondato anche Calasetta sulla prospiciente isola di sant’Antioco.
Carloforte, tuttora strettamente legato a Pegli e Genova, è l’unico centro dell’isola, con seimila abitanti: ti conquisterà con viuzze e vicoli che si inerpicano su un lieve pendio, con scorci colorati e vedute sul mare, con porticciolo e antiche fortificazioni difensive, di cui restano torri d’avvistamento e tratti di mura con fortini, compresa la Porta del Leone. Nell’architettura del borgo, inserito nel club dei più belli d’Italia, si distinguono u Palassiu di inizio Novecento, oggi cineteatro Giuseppe Cavallera, e la chiesa della Madonna dello Schiavo, che accoglie la statua lignea venerata dai tabarchini, simbolo di fede e unione solidale della comunità. Molto sentita anche la devozione per san Pietro, protettore di corallari e tonnarotti, festeggiato solennemente il 29 giugno. Sul lungomare merita uno scatto il monumento a Carlo Emanuele III, gruppo marmoreo di tre statue (1786) con al centro il sovrano, da cui deriva il nome del borgo, mentre a san Carlo Borromeo fu dedicata la chiesa parrocchiale. Dal 2016 è il museo multimediale, che racconta la storia carlofortina. Del resto il mare ne è parte essenziale: le coste di san Pietro sono un susseguirsi di rocce frastagliate e insenature.
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Luoghi incontaminati, paesaggi isolati, rare specie vegetali e animali, vicende storiche sui generis, l’isola nell’estre...
03/06/2024

Luoghi incontaminati, paesaggi isolati, rare specie vegetali e animali, vicende storiche sui generis, l’isola nell’estrema punta a nord-ovest della Sardegna, spartiacque fra mare aperto e golfo omonimo, è un mondo a se stante, da scoprire.
Colline arrotondate e ricoperte di verde mediterraneo, fauna caratteristica come l’asinello bianco, mille tonalità del mare e fondali ricchi di vita. Le ricchezze naturalistiche dell’Asinara, disseminate su 50 chilometri quadrati rientranti nel territorio di Porto Torres, sono parco nazionale (1997) e area marina protetta (2002). Prima della loro istituzione l’isola, separata dalla terraferma da isola Piana e passaggio di Fornelli, ha vissuto una storia singolare, che l’ha conservata integra.
Le prime tracce umane sono le domus de Janas di Campu Perdu. L’area divenne nel XX secolo una delle diramazioni penali del carcere, in particolare vi sorsero le stalle dove lavoravano i carcerati. Non mancano anche testimonianze medievali: i ruderi del monastero camaldolese di sant’Andrea e il Castellaccio, su un colle raggiungibile da un sentiero.
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