28/03/2024
OGNI ADDIO È UN ARRIVEDERCI
Senza Leopoldo Pozzi, Biassono - e l’Italia intera - avrebbero probabilmente continuato a ignorare una figura miliare come quella di Gaetano Osculati, esploratore capace di dischiudere la conoscenza dell’Amazzonia più profonda: quella dell’antichissimo e sapiente popolo Zapara.
Non è stato facile, per me come per tanti altri concittadini, accomiatarsi ieri pomeriggio dalle spoglie di questo grande figlio della Brianza, abile imprenditore, ma anche e soprattutto uomo di rara cultura e infaticabile presidente del Gruppo Archeostorico del Lambro. La sua salma è stata onorata in quella splendida basilica dei Santi Pietro e Paolo di Agliate nella quale, una volta ancora, le ricerche di Leopoldo sono riuscite a restituire al nostro territorio la storia di un edificio indissolubilmente intrecciata col magistero di Ansperto da Biassono, arcivescovo di una Milano che - già nel IX secolo - determinava le sorti del Sacro Romano Impero.
Fu proprio Leopoldo a indurmi a scrivere per la rivista Brianze, nei primi anni in cui operavo come giornalista locale, un articolo sull’affresco della Madre di Dio della Tenerezza conservato nel battistero della basilica: un’immagine taumaturgica e a suo modo misteriosa, richiamando direttamente la Vladimirskaya di slava fattura. Così come fu sempre Leopoldo a sollecitarmi, poco tempo dopo, a mettermi sulle tracce di una strenna natalizia conservata negli archivi della Biblioteca Sormani di Milano, dalla quale cominciò la lenta e meticolosa ricostruzione della storia di Gaetano Osculati a Biassono. Una storia che abbiamo voluto poi ricordare insieme, noi e i volontari del Museo civico “Carlo Verri”, riproponendo l’edizione aggiornata delle avventure in Sudamerica dell’esploratore, pubblicate nel 210° anniversario della sua nascita col titolo “Viaggio in Amazzonia” (Luni Editrice, 2018). Evento che abbiamo anche celebrato a Biassono con un convegno in cui Leopoldo ebbe modo di ripercorrere l’intero percorso di ricerca, proprio come era solito fare nelle tante iniziative culturali organizzate con quella che fu l’originale Associazione Culturale Gaetano Osculati.
Se c’è un insegnamento che ho visto tradurre in pratica da Leopoldo, è proprio quello di andare sempre alle radici. Di ve**re a capo di un mistero. Di scavare sino al punto in cui l’evidenza storica comincia a rischiarare i dubbi.
Il progetto de “Il Verro d’Oro”, periodico che oggi onora l’eccezionale famiglia Verri di Biassono e il suo contributo al pensiero illuminista, vuole far nuovamente tesoro di questa vocazione: intende spingersi a fondo anche di quelle tante, troppe morti, che da qualche anno stanno privandoci di persone che avrebbero potuto abitare ancora a lungo fra noi e, invece, ci lasciano nell’inaccettabile silenzio di una pubblica connivenza.
Ciao Leopoldo, Biassono saprà restituirti quanto gli hai generosamente donato e, nella sala municipale delle grandi figure della nostra comunità, tu e Marco Tremolada, colonne complementari su cui si regge l’identità del paese, meritate ogni onore.
Alberto Caspani
È morto il caratese Leopoldo Pozzi, 83 anni, uomo di cultura della Brianza e colonna del Gral che, nel 1977, diede vita al Museo civico di Biassono.