09/08/2023
Fatica di mettere insieme le parole per cominciare a ragionare su alcuni temi che mi sembrano di vitale iportanza . Un commento fatto a un post che ho ritenuto molto discutibile ha scatenato una serie di rimproveri , in sintesi di due tipi: 1- le leggi si devono rispettare a prescindere, ed è normale invocare l’intervento della forza pubblica per pretendere che la legge venga rispettata,
2- non puoi dissentire vivacemente, pensa che ti leggono anche i ragazzini, comportati da signora perbene! E si ritorna al primo, mica vorrai dire a un ragazzino che le leggi ingiuste vanno combattute, e che la forza pubblica non è al tuo servizio, ma a servizio dei padroni, parola oramai desueta, e quindi va bene chiamarla, non per fermare una violenza, o ma semplicemente per far rispettare la legge e punire il colpevole!
Se ne deduce che la delazione è una bella cosa, farsi giustizia è meritorio, pretendere legge e ordine è doveroso, se mai vai a farti una bella discussione per ottenere la modifica della legge, ma finché è legge va rispettata qualunque sia la posta in gioco.
Queste osservazioni mi vengono da un gruppo che si dichiara contro i neofascismi, ma a me ricorda molto il panorama che ha consentito il fascismo, e che oggi consente e approva tutti i neofascismi perché sono dentro la legge!
Allora io so benissimo che la legge serve ad organizzare la società, o meglio a questo dovrebbe servire, e credo che il controllo sociale sulle leggi sia fondamentale, giusto perché non vengano accettate o approvate leggi ingiuste. Credo che ai giovani, ma va ricordato anche a noi che siamo più grandi, vada insegnato il senso della giustizia, la dignità, il dovere di difendere le conquiste che si sono fatte nei secoli, e che quel che abbiamo acquisito non sono sterili privilegi, ma risorse fondamentali per una vita degna.
Che la era digitale porti a stravolgere comportamenti ed aspettative penso che sia anche colpa nostra, con il solito stile di prendere o lasciare tutto il pacchetto: o torni all’età della pietra, o accetti ad occhi chiusi che tutto venga occupato dal digitale, compresi i fatti tuoi, la tua riservatezza, la tua dignità di persona, le relazioni.
Non rendersi conto di come lo strumento da mezzo sta diventando catena e prigione mi sembra molto pericoloso. Mi sembra pericoloso affidare i tuoi risparmi, le tue entrate, la tua salvezza ad un programma digitale, e ogni tanto a ci troviamo a lottare con il programma che non collabora, ad esempio ti scarica i soldi dal conto, ma non ti offre il servizio, e poi per recuperare quei soldi passano settimane, o addirittura mesi. Io credo che dobbiamo dribblare tra i vari servizi per riuscire a controllare un minimo le nostre entrate e le nostre spese, e magari ho un conto che uso solamente per caricare i soldi necessari ad alcuni pagamenti che mi è inevitabile fare on line, ma su quel conto non sale un soldo di più di quelli strettamente necessari, tutto il possibile lo ritiro e lo uso direttamente per le spese correnti e per avere quel minimo di disponibilità mensile. Niente di perfetto, sono consapevole di essere comunque dentro il sistema, ma cerco almeno di muovermi e tenere sotto controllo quel che posso, e poi la relazione con gli impiegati della banca mi consente anche di essere avverita di problemi eventuali o di opportunità. Questo ovviamente fatto da una persona che ha dovuto usare internet nella sua vita e nel suo lavoro e quindi un poco riesce a giostrarsi, ma mi fa orrore l’idea di rifilare a persone che non hanno questa formazione i servizi digitali come semplificazione e salvezza, per non parlare poi di tutto il percorso verso quelle targhette omnicomprensive, che registrano i tuoi dati di salute, controllano se hai fatto i vaccini richiesti, e da questo fanno dipendere persino il pagamento di pensioni o sussidi, oltre che la possibilità di spostarsi. Che questa sia una galera digitale mi sembra evidente, va a farsi friggere la libertà di cura, il diritto alla privacy, e quant’altro. Ai miei tempi il medico non metteva la diagnosi sul certificato di malattia necessario per giustificare l’assenza dal lavoro, perché era n dato sensibile, non necessario al datore di lavoro, oggi invece pretendono di avere informazioni su tutto automaticamente, e siccome è tutto in internet chiunque si può appropriare dei tuoi dati per farne quello che vuole! Credo che le nuove generazioni vadano aiutate se mai a recuperare il senso della intimità, della riservatezza, della relazione diretta in cui la confidenza è un racconto a un amico, un’amica, non un post su facebook.
Non sto a negare che serve internet, anche io ho seguito incontri on line, apprezzando il fatto di poter comunicare con persone che magari si trovavano in un altro continente, ma continuo a preferire gli incontri diretti, a costo di spostarmi io, meglio viaggiare e muoversi, finché si può, e incontrarsi di persona, invece dello sguardo dallo schermo e nessun contatto diretto! Per quanto ci sia voglia di condividere e di esserci, un abbraccio non è sostituibile da un incontro in digitale, e se mai puoi continuare on line una conversazione iniziata de visu, dato che tutti ci troviamo con tempi stretti, ma è indispensabile il contatto umano, le chiacchiere bevendo un caffè, la risata della condivisione tra amiche, recuperare gli spazi e i tempi per le relazioni personali, per gli incontri diretti, E qui torniamo a bomba: una società virtuale, fittizia, fatta di regole asettiche è un modo per uccidere la spontaneità, la comunicazione! Persino la parolaccia a volte serve ad esprimere il disappunto o l’arrabbiatura, mentre sembra che ora vogliamo tutto asettico, misurato, cortese e senza anima. D’altro canto la nostra rabbia si dovrebbe esprimere con un post su fb, che poi ci controlla, e alla fine finisce tutto nella pagina di internet, rabbia, paura, delusione, e persino questo scritto! E allora rivendico il diritto di dire che le stronzate questo sono, delle stronzate, che non tutto è regola e legge, ma che c’è qualcosa oltre e al di sopra delle leggi, di internet, di qualunque scelta: non dimentichiamo che le leggi razziali erano legge, e che per alcuni sono state come una fucilata, che l’apartiaed era legge, ed ora, oggi, che le leggi contro i migranti, contro i palestinesi, contro le dissidenze sono leggi ingiuste, che vanno combattute apertamente, che le minoranze vanno difese, che la guerra non va sostenuta in nessun modo, che il diritto di girare il mondo è diritto per tutti, non solo per quelli nati nel posto giusto, e magari i nostri nonni non avevano la nostra libertà di muoversi, e quindi allargare la libertà è fondamentale per evitare che anche noi restiamo impigliati nelle maglie della legge anche solo per non volere un vaccino, una cura sperimentale, un siero o una targhetta magica in cui dovrebbe essere registrata tutta insieme la nostra identità e la nostra vita