Giorni torridi in città.. ma noi non possiamo fare qualcosa?
Certo, basta volerlo! Iniziamo a prendere di meno la macchina, usiamo le gambe, e chi può e chi vuole tiri fuori la bicicletta impolverata in cantina. Può essere addirittura divertente.😉
Proposte ai candidati Sindaci per una Asti Più
A cura della Asti Cambia.
Quasi tre anni fa nasceva Asti Cambia, una rete di cittadini, associazioni e organizzazioni della società civile - apartitica e spontanea - pensata come iniziativa "dal basso" per rendere la cittadinanza protagonista attiva nel contrastare i rischi derivanti dall'inquinamento atmosferico cittadino, sollecitare gli amministratori locali ad adottare provvedimenti urgenti, richiamare tutti noi a uno stile di comportamenti rispettosi della salute e generare, dunque, un cambio di prospettiva collettivo...
In questo già lungo periodo, Asti Cambia ha approfondito studi e analisi, ha cercato di offrire stimoli e proposte concrete all'intera comunità cittadina e ai suoi amministratori e oggi si sente chiamata a cogliere i primi attimi di una campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale che vorremmo fosse canalizzata sui veri problemi della città e, sin dall'inizio, attenta all'ascolto e decisa nel voler affrontare i veri "nodi" dei suoi problemi.
Per questo, abbiamo deciso di sintetizzare una serie di considerazioni e suggerire risposte attuabili, che abbiamo trascritto in un documento e che volentieri offriamo a tutte le forze e a tutti i candidati Sindaci affinché possano rientrare nelle priorità dei programmi di tutti i soggetti in campo. Il contenuto è ovviamente a disposizione di tutta la cittadinanza, al fine di stimolare un dibattito pubblico il più ampio possibile. Pur nell'estrema sintesi, si tratta di un documento analitico di 12 pagine che potrete leggere nella sua interezza in allegato, sulla pagina Facebook della Rete Asti Cambia e sul periodico online Altritasti.
Questi, in particolare, i temi (più dettagliatamente descritti qui) che offriamo al dibattito politico dei prossimi mesi, augurandoci l'attenta valutazione dei nostri concittadini e dei candidati stessi:
1. E' prioritario definire la visione della città, a cui fare tendere tutte le scelte e gli interv
Articolo 9 della Costituzione: paesaggio e patrimonio artistico non sono più soli
di Alessandro Mortarino.
L’8 febbraio 2022 la Camera dei Deputati ha approvato - con 468 voti a favore, un contrario e sei astenuti - la Proposta di legge costituzionale che inserisce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi fra i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana. E' la prima modifica apportata al contributo della legislazione costituente, dunque un atto di particolare rilevanza. Essendo stata approvata a maggioranza dei due terzi del Parlamento non dovrà essere sottoposta a referendum confermativo...
Gli articoli della Costituzione modificati sono i seguenti (in corsivo e grassetto le modifiche approvate):
Articolo 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
Articolo 41
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.
La decisione del Parlamento ha suscitato reazioni differenti all’interno dello stesso schieramento “ambientalista”. Perchè se, da un lato, il richiamo costituzionale al valore della tutela ambientale, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali risulta da tutti apprezzato come (ulteriore) impegno della Repubblica, dall’altro lato non mancano perplessità legate al dubbio che questo passaggio istituzionale possa configurarsi come una sorta di “atto di facciata”, se