10/02/2021
Gruppi di self help
Sono stati realizzati molti studi e contributi sui gruppi di self-help e ciò che da essi emerge è la complessità e varietà del fenomeno.
I gruppi di auto-mutuo aiuto, infatti, non devono essere pensati come “entità” pure, realmente esistenti come tali, ma piuttosto come un prodotto della combinazione di diversi elementi.
Questo vuol dire che, in realtà, la maggior parte delle organizzazioni di self help può svolgere contemporaneamente più di una fra queste attività e perseguire molteplici finalità, a seconda della problematica e del momento di evoluzione e crescita che il gruppo sta attraversando, così come delle caratteristiche proprie dei partecipanti.
Le esperienze di auto aiuto possono quindi differenziarsi per i modi di impostare il gruppo e le modalità di lavoro in:
1) Self-help tradizionale: include quei gruppi in cui vengono promosse attività che favoriscono la socializzazione tra i partecipanti; le persone si incontrano e condividono le proprie esperienze, cercano di fronteggiare il problema, aumentano la percezione di benessere dei partecipanti.
2) Self- help nell’ambito della salute: vengono offerti, oltre al supporto emotivo proprio del self-help tradizionale, servizi di riabilitazione, educazione e assistenza.
3) Self- help focalizzato sulla difesa sociale: svolgono un ruolo di pressione sociale e di tutela dei diritti delle fasce più deboli ed emarginate.
In sintesi, il fenomeno dell’auto mutuo aiuto può essere concepito come un continuum di esperienze che si differenziano per obiettivi, organizzazione e settore di intervento, ma che si fondano tutte sulla partecipazione attiva e sull’assunzione di responsabilità rispetto alla salute delle persone che vi partecipano.
Il nostro gruppo “Insieme affrontiamo il gioco d’azzardo” rientra sicuramente nel secondo tipo di quelli considerati.
I servizi di riabilitazione, psicoeducazione e assistenza, infatti, vengono offerti sia dalle facilitatrici, operatori specializzati nel settore, sia dai partecipanti più “anziani”, i cosiddetti “UFE”, che si sono formati nel tempo, con la loro assidua partecipazione al gruppo e il sostegno delle facilitatrici.