05/08/2023
MUSICA COME DOPING NELLE COMPETIZIONI SPORTIVE?
Tutto ciò che è percepito come musicale ha un forte impatto sul corpo umano.
In generale, l’attività musicale di qualsiasi tipo favorisce lo sviluppo di diverse facoltà, tra cui: promuovere la plasticità cerebrale e la connettività, aiutare nella comunicazione e nell’espressione affettiva, stimolare la corteccia motoria e i gangli della base facilitando il movimento, ancora, aiuta nell’acquisizione del linguaggio, diminuisce il senso del dolore, induce il comportamento prosociale, rallenta l’EEG e stimola il nucleo accumbens con il rilascio di neurotrasmettitori. Quando ascoltiamo un brano musicale, vengono attivate alcune aree a livello del sistema nervoso cerebrale come: il sistema libico, le cortecce uditive e del linguaggio, varie regioni corticali frontoparietali. Attivando varie aree della corteccia cerebrale, l’ascolto della musica può regolare e\o influenzare lo stato fisiologico umano; oltre al coinvolgimento cerebrale, uno stimolo musicale influenza la produzione di ormoni e neuro-ormoni, in particolare con il coinvolgimento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. L’effetto finale dell’ascolto di brani musicali potrebbe elicitare un effetto “dopante”.
L’ ascolto di brani aumenta a livello del sistema nervoso centrale il rilascio di dopamina ed endorfine, aumentando o diminuendo l’arousal fisiologico e di conseguenza migliorando la performance in gara; infatti, la Federazione Americana di Atletica nella maratona di New Yorke del 2007, non permise l’utilizzo di auricolari per l’ascolto di musica.
Durante una competizione sportiva l’ascolto musicale influisce sul rilascio di cortisolo e ACTH rilasciati nel pre-gara e nella gara migliorando la prestazione dal punto di vista fisico, fisiologico ed emotivo.
In alcune ricerche è stato dimostrato di come la musica influisca sulla risposta cardiovascolare negli sport di endurance e riduca il senso di fatica. Le variabili che influenzano la risposta allo stress sportivo sembrano essere nella struttura musicale e nel significato percepito dall’atleta del brano che ascolta prima o dopo l’esecuzione del gesto atletico.
Gli esperti in questo contesto teorico hanno esplorato gli effetti fisiologici, psicologici, psicofisiologici e ergogenetici della musica. Gli effetti fisiologici riguardano il coinvolgimento dell’apparato cardiorespiratorio e muscolare; dal punto di vista psicologico si hanno modificazioni dell’umore, affettive, emotive, mentali, cognitive e comportamentali; gli effetti psicofisiologici, invece, riguardano risposte sensoriali ai processi fisiologici. La musica sembra esercitare, quindi, un effetto ergogenetico grazie al miglioramento della performance dal rinvio della fatica all’aumento della capacità allenante.
In generale il ritmo, il tempo e il testo sono elementi della musica che sollecitano una reazione fisica grazie al cambiamento del battito cardiaco, il respiro e la camminata. I BPM influiscono sul battito cardiaco, e di conseguenza sulla quantità di ossigeno trasportato, l’efficienza muscolare, la concentrazione.
Un aspetto interessante sono gli effetti dei suoni sul sistema nervoso autonomo, effetti sfruttati per dare conforto a pazienti, sottoposti a chirurgia, per ridurre la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca è inoltre applicato nell’ambito riabilitazione cardiologica. Ascoltare musica influisce sul livello plasmatico di cortisolo, ACTH, prolattina, l’ormone della crescita e la noradrenalina, e successivamente ad un intervento chirurgico, abbassa il livello di cortisolo.
È interessante notare come anche le emozioni in correlazione alla musica sono coinvolte con il sistema endocrino nel rilascio di Beta-Endorfine e cortisolo.
Alcune ricerche hanno mostrato come, in base all’intento da parte dei musicisti di analizzare un brano o ascoltarlo per puro piacere, si attivino sistemi ed emisferi cerebrali diversi.
Noi di S0undway ci chiediamo in che contesto sarebbe opportuno sfruttare questi effetti della musica sul corpo umano e in che modo sarebbe eticamente corretto?